Da una vigilanza che ha il farmaco come oggetto-finalità ad una epidemiologia che ha pazienti-popolazioni come soggetti e protagonisti

Veronica Scurti, Gianni Tognoni

RIASSUNTO: Il lavoro che di seguito si presenta propone una rilettura della farmacovigilanza, disciplina che ha sempre avuto come obiettivo principale la sorveglianza del farmaco, ma che dovrebbe porre al centro le persone e/o le popolazioni. Le «emergenze» di allarme rischio che spesso si ripresentano, pongono continui interrogativi sulla efficacia di metodi e sistemi di vigilanza e, sul ruolo degli enti regolatori preposti. Si documenta perché e come il farmaco non può essere studiato come variabile in sé: la valutazione di efficacia-sicurezza deve partire dall’analisi dei contesti assistenziali in cui è impiegato. I percorsi metodologici e i cambiamenti dei contesti
di riferimento globali, hanno portato nel tempo a riproporre la necessità di una sorveglianza condivisa che fa entrare l’epidemiologia più in contatto con le persone e le loro realtà, per fare della sicurezza non un obiettivo separato di controllo, ma una delle espressioni del rispetto e della promozione dei diritti.