L'aderenza alla terapia con statine: un'analisi dai database amministrativi della ASL di Salerno

Maria Rosaria Cillo, Mirta Barra, Pantaleo Sansone, Laura Santoni, Gianluca Furneri

RIASSUNTO: Le malattie cardio-cerebrovascolari costituiscono la causa più comune di mortalità morbidità e disabilità. Molti interventi farmacologici, se assunti in conformità alle indicazioni terapeutiche, sono in grado di modificare i fattori di rischio associati allo sviluppo di tali malattie. L'analisi dell'appropriatezza prescrittiva e dell'aderenza da parte dei pazienti alle terapie croniche prescritte, mediante banche dati amministrative, fornisce delle indicazioni utili per valutare l'efficienza della prevenzione cardio-cerebrovascolare.

Materiali e metodi. Dagli archivi amministrativi delle prescrizioni farmaceutiche della ASL di Salerno, sono stati estratti tutti gli assistiti che, nel periodo 1 Gennaio 2004 – 30 Settembre 2007, abbiano ricevuto almeno una prescrizione di farmaci ipolipemizzanti (statine). La coorte è stata caratterizzata in termini di indicatori demografici (età, sesso), anamnestici (diagnosi accertata di malattia cardio-cerebrovascolare e di diabete) e di farmacoutilizzazione (impiego di farmaci antipertensivi, antidiabetici, antiaggreganti). L'analisi ha misurato l'aderenza e la persistenza al trattamento con statine della coorte individuata.

Risultati. Nel periodo in studio, 7.081 soggetti hanno ricevuto almeno una prescrizione di statine. Il 53,1% (n=3.757) dei soggetti era di sesso maschile. Nel 43,2% (n=3.062) dei casi è stata accertata una diagnosi di malattia cardio-cerebrovascolare e/o diabete. La terapia concomitante più impiegata è stata quella antiipertensiva, prescritta nell'82,7% dei casi (n=5.857), seguita dalla terapia ipoglicemizzante (36,1%; n=2.553) e antiaggregante (30,0%; n=2.126). Nel 70,5% dei soggetti (n=4.993) la terapia è stata proseguita per almeno 28 giorni (trattamento non episodico). Soltanto il 21,5% di questo sottogruppo (n=1.073) ha avuto un livello di aderenza al trattamento (Medication Possession Ratio) di almeno l'80%. La probabilità di interrompere il trattamento ipolipemizzante, entro 6 mesi dall'inizio della terapia, è stata pari al 51,9%. Il sesso maschile, l'età avanzata (>80 anni), l'assenza di malattia cardio-cerebrovascolare e diabete sono stati predittori significativi di riduzione dell'aderenza al trattamento. Conclusioni. L'analisi ha dimostrato una non ottimale aderenza al trattamento con statine. In un ampio numero di casi la terapia è stata interrotta. I risultati suggeriscono la necessità di importanti interventi educazionali per il miglioramento dell'appropriatezza prescrittiva.